Ricordo ancora molto bene quando il mio padre confessore, tanti anni fa, mi chiese se avessi mai pensato a diventare diacono. Da alcuni anni eravamo arrivati a Berna ed avevamo tre bambini ancora in tenera età. La domanda mi sorprese e lì per lì non seppi cosa rispondere. Conoscevo la parola diacono ma non avevo mai conosciuto un diacono. Nella parrocchia di Roma dove ero cresciuto non ne avevo mai visti, e tanto meno ne avevo conosciuti o visti altrove.
Mi informai e scoprii che i diaconi furono istituiti nella prima Chiesa per servire i più bisognosi, le vedove e gli orfani. Questa scoperta mi piacque molto. Probabilmente in quel momento scoccò la scintilla nel mio cuore che molti anni più tardi mi avrebbe portato alla ordinazione di diacono permanente.
Mi rendo conto che allora la figura del diacono, il suo servizio ed il suo carisma nella Chiesa di oggi erano per me completamente sconosciuti.
Una figura poco conosciuta
La vocazione e la figura del diacono nella Chiesa erano effettivamente caduti nel dimenticatoio dopo i primi secoli. Il diaconato era rimasto un passaggio nel cammino all’ordinazione sacerdotale.
È stato il Concilio Vaticano II a riscoprire e promuovere nuovamente la figura ed il servizio del diacono permanente. Il diacono permanente è ordinato con il sacramento dell’ordine e quindi membro a tutti gli effetti del clero. Per diventare diacono permanente il candidato deve avere una età minima di 25 anni o 35 anni se sposato.
“Cosa fa un diacono?”. Tante volte mi è stata rivolta questa domanda, segno che questa figura è ancora poco conosciuta. A volte mi viene chiesto se il diacono possa confessare e dire Messa.
Secondo il magistero di Papa Francesco, che ha sottolineato la vocazione del diacono come vocazione specifica e distinta da quella sacerdotale, la vocazione del diacono permanente è il servizio. Possiamo dire che il diaconato permanente è il sacramento del servizio.
Il diacono con il suo operare è chiamato a ricordare e testimoniare alla Chiesa, alla comunità, alla famiglia e alla società il valore e l’importanza del servizio, specialmente per coloro che sono nella difficoltà e nella sofferenza, per i piccoli, i fragili, i poveri e i malati.
Anche la stola, che il diacono porta di traverso rispetto al sacerdote, rimanda secondo una interpretazione al servizio. Al tempo dei Romani le persone benestanti usavano portare uno scialle di tessuto attorno al collo con cui pulirsi dalla polvere e dal sudore. La stola, secondo questa interpretazione, ricorda quindi il servizio e la fatica che ne consegue.
La vocazione ed il servizio del diacono permanente rimandano anche, nella sua istituzione sacramentale, alla dimensione comunitaria della chiesa domestica. Difatti se il candidato al diaconato permanente è sposato, il Vescovo prima di procedere alla consacrazione dovrà chiedere e ricevere il consenso della sposa del candidato. È questo un elemento importante che riconosce come la vocazione diaconale nasce e si esercita in una comunità, prima di tutto in quella familiare, la chiesa domestica, e poi nella Chiesa.
Il consenso che la Chiesa chiede alla sposa associa la sposa alla vocazione ed al servizio del suo sposo nel sacramento del diaconato. Il diacono non servirà mai da solo, ma sempre in comunione con la sposa, anche se in modalità differenti. Questo aspetto è messo bene in risalto in alcune forme del rito della consacrazione nella quale la sposa entra in processione insieme allo sposo portando la stola e porgendogliela al momento della consacrazione, nel quale inoltre la sposa terrà il braccio sinistro sulle spalle dello sposo. Tutto rimanda a questa comunione di servizio.
Un triplice ministero di servizio
Con l’ordinazione il diacono permanente viene consacrato ad un triplice ministero di servizio: ministero della parola, della liturgia e della carità. Nel ministero della parola il diacono proclama la parola e la predica. Nel Ministero della liturgia il diacono presta il suo servizio di aiuto ed assistenza al celebrante. Egli stesso può celebrare il battesimo, il funerale ed assistere al matrimonio.
Nel ministero della carità il diacono esercita, come già ricordato, il servizio in favore dei bisognosi. In questi tre ministeri si esplica il ministero del diacono. In esso egli è chiamato a vivere e testimoniare la presenza ed il servizio di Gesù Cristo stesso in mezzo al popolo.
don G. Biribicchi
Articolo pubblicato sul mensile insieme di marzo 2023.