2022 04 misteropasqualeSe vi chiedessi qual è la festa più importante per i cristiani, cosa rispondereste? Quando mi fecero questa domanda per la prima volta a catechismo, risposi ingenuamente: Natale. Forse perché, semplicemente, è più facile da capire, nonostante il mistero del concepimento. Il mistero Pasquale, della passione, morte e risurrezione, è molto più profondo. È la Pasqua la festa più importante per i cristiani, perché è rivelazione del Figlio di Dio disceso in terra a salvarci. Perché Gesù è risorto per noi, duemila anni fa, ieri e oggi.

Risurrezione: di Chi e per chi!?

Non sembra vero, ma la domanda posta nel titolo di questa riflessione è entrata a far parte di una esperienza storica raccontata attraverso i secoli. Ricorderete che numerose sono anche le testimonianze personali di campioni dell’arte raffigurativa e di tante persone che hanno voluto affidare allo scritto i loro pensieri e riflessioni. Tutti certi di non sbagliare il bersaglio rappresentato da un avvenimento che rimane, se misurato con le geometrie umane del nostro intelletto, insolito e carrambolesco.

Lo avevano intuito anche i suoi stretti collaboratori, gli apostoli: coloro che, lì sul momento, repentinamente (qualche commentatore dei Vangeli ha voluto suggerire che nella decisione degli apostoli di voler fare compagnia e vivere con Lui ci fosse un pizzico di pazzia!) avevano abbandonato e famiglia e lavoro (pesca per molti) accettando ciascuno l’invito perentorio di un loro connazionale: “Vieni e seguimi”.

L’avevano seguito ed accompagnato in numerose traversie. I loro spostamenti geografici danno da vedere che avevano tutti le gambe buone. L’avevano ascoltato e, a volte, interrogato e redarguito quando i punti di vista espressi da Lui, diventato oratore e operatore di miracoli, non combaciavano con il loro modo di pensare.

E poi era arrivato il colpo duro, una vera sconfitta per tutti. Una mazzata si direbbe oggi: “avevamo sperato…” ripetevano alcuni di loro sulla strada per Emmaus, dopo la sua morte. Avevamo sperato con tutto il cuore che anche il loro investimento personale non naufragasse in maniera così vistosa ad opera dei capi religiosi, loro contemporanei. Ma anche civili, come il procuratore di Roma.

Sembrava proprio l’ultimo rimbalzo della palla, di una stagione, proficua di soddisfazioni, anche se non sempre e solo serena. Non erano mancate le giornate con i suoi fraintendimenti, incomprensioni all’interno del gruppo stesso oltre che con Lui, ma anche i momenti di festa, come la festa a Cana e così via di seguito. Ma il tramonto rapido di questa comunione di desideri e di prospettive aveva mozzato il fiato a tutti: dopo il suo arresto, condanna ed esecuzione sanguinosa su una croce, in cima a quell’altura, le gambe buone avevano assistito gli apostoli ancora un’altra volta: presto sarebbero tornati alle loro mansioni, con il cuore che batteva forte, ma cosa potevamo fare?

Tramortiti e scioccati dalla loro comune avventura finita disastrosamente, si erano raccolti in silenzio in una stanzetta. Lontano dagli sguardi di tutti coloro che cantavano vittoria. E dopo quella tempesta mediatica suscitata dalle autorità del tempio e gli invisi rappresentanti di Roma.

In quei momenti di profondo sconforto, Lui si era preso la briga di farsi presente in mezzo a loro. Era proprio lui, anche se diverso e oramai lanciato verso una destinazione che era sì Sua.

Ma che Lui desiderava di far intravvedere, condividere con tutti coloro che, come gli apostoli e diverse donne (non dimentichiamole) si erano lasciati guardare da quello sguardo intenso, ma anche tenero. Perché non badava a che tipo di persona gli stesse davanti. Anche i meno adatti, perché così ritenuti dagli altri che tenevano le redini in mano, erano colpiti dalla voglia di ri-partire, ri-vedere, ri-formulare le loro aspettative e speranze.

In altre parole, di ri-sorgere. Come il sole che sorge e risorge e non fa che risorgere. Sempre e immancabilmente. Ovunque. Sospinti da quella Luce, gli apostoli e anche le donne, in un primo tempo disorientati ed annebbiati, si erano sentiti risorti, come se fosse stato installato ed avessero ricevuto in dono un nuovo motore all’ interno della loro coscienza. Attivato dalla Sua forza ed ingegnosità, nonostante le prevedibili lacune umane, quel motore, tuttora attivo e in movimento, non dà segni di stanchezza.

La Risurrezione non è solo un oscuro sepolcro vuoto. Lui l’ha lasciato alle Sue spalle, convinto che la Luce vera abita altrove: Lui con noi e noi, tutti insieme, con Lui. Un progetto che pur appoggiandosi a una fragilità congenita, bagaglio dell’umanità intera, può sprigionare energie e luci intense e diverse nel mondo e per il mondo. La storia plurisecolare della comunità cattolica, pur con le sue ombre ed oscurità, non possiede un miglior equipaggiamento di questa forza elettrizzante che è e rimane la Sua Risurrezione, quando è riflessa nella nostra esistenza quotidiana. Dovunque noi siamo.

Tony Paganoni, scalabriniano


Articolo pubblicato sul mensile insieme di aprile 2022.