La seconda domenica di maggio la società civile celebra, in molti paesi del mondo, una figura centrale nella vita di ogni persona: la mamma. Forse non è un caso che la Festa della Mamma si celebri proprio durante il mese mariano, il mese che tradizionalmente è dedicato al culto di Maria, madre di Gesù.
La Madre Celeste incarna l’ideale materno, la purezza, l’amore incondizionato, la capacità di perdonare, l’esempio da seguire.
Non possiamo però dimenticarci che il ruolo della madre non è sempre tutto rose e fiori, ma è un cammino tortuoso, complicato, faticoso e a tratti anche doloroso, ma che porta alla gioia di vedere il bene dei propri figli. Ce lo ricorda anche papa Francesco, che nella sua esortazione apostolica Amoris Laetitia dedica interi paragrafi all’amore della madre e al miracolo della gravidanza e della nascita di una nuova vita. Ogni bambino che si forma all’interno di sua madre non è altro che un progetto di Dio Padre e del suo amore eterno, di cui la madre si fa collaboratrice.
“La gravidanza è un periodo difficile, ma anche un tempo meraviglioso. La madre collabora con Dio perché si produca il miracolo di una nuova vita. La maternità proviene da una «particolare potenzialità dell’organismo femminile, che con peculiarità creatrice serve al concepimento e alla generazione dell’essere umano». Ogni donna partecipa «al mistero della creazione, che si rinnova nella generazione umana»." (Amoris Laetitia, 168)
Una gravidanza, specie se inattesa o arrivata in un periodo difficile e instabile a livello economico e sociale, può preoccupare, spaventare, intimorire. È più che normale! Di nuovo, pensiamo a Maria, a come ha accettato il dono di Dio con coraggio. Mi tornano in mente le parole di Erri de Luca, scrittore italiano che nel suo libro “In nome della madre” ha descritto la nascita di Gesù dal punto di vista di Maria. Quando descrive il momento dell’annunciazione, l’autore descrive i sentimenti contrastanti di Maria: lo smarrimento, la paura, la preoccupazione di essere giudicata da Giuseppe e dalla società. Ma anche l’amore che la pervade ed il coraggio di abbandonarsi nelle mani del Signore. E la gioia. Sentimento che viene ripreso anche da papa Francesco, che scrive:
“Ad ogni donna in gravidanza desidero chiedere con affetto: abbi cura della tua gioia, che nulla ti tolga la gioia interiore della maternità. Quel bambino merita la tua gioia. Non permettere che le paure, le preoccupazioni, i commenti altrui o i problemi spengano la felicità di essere strumento di Dio per portare al mondo una nuova vita. Occupati di quello che c’è da fare o preparare, ma senza ossessionarti, e loda come Maria: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva» (Lc 1,46-48). Vivi con sereno entusiasmo in mezzo ai tuoi disagi, e prega il Signore che custodisca la tua gioia perché tu possa trasmetterla al tuo bambino.” (Amoris Laetitia, 177).
Fare la mamma non è semplice, non perché i bambini siano difficili o impegnativi, non è quello il problema! È difficile perché in soli nove mesi noi donne passiamo dall’essere comuni esseri umani ad essere esempi da seguire e punti di riferimento dai quali imparare. Certo, continuiamo a sbagliare anche noi, ma anche sbagliando possiamo diventare lezioni di vita per i nostri figli! Come?
Ammettendo l’errore, chiedendo scusa e dimostrando che dopo ogni caduta ci si può rialzare più forti di prima. Il primo mezzo per educare i propri figli è l’amore. L’amore che infondiamo in loro, loro lo irradieranno agli altri. Ogni figlio ha il diritto di sapere che le parole devono essere carezze e non pugnali e che la mano tesa per aiutare un altro essere umano è sempre più forte di una mano stretta in pugno per fare del male.
La famiglia è l’ambito non solo della generazione, ma anche dell’accoglienza della vita che arriva come dono di Dio. Ogni nuova vita «ci permette di scoprire la dimensione più gratuita dell’amore, che non finisce mai di stupirci. È la bellezza di essere amati prima: i figli sono amati prima che arrivino». […] Il dono di un nuovo figlio che il Signore affida a papà e mamma ha inizio con l’accoglienza, prosegue con la custodia lungo la vita terrena e ha come destino finale la gioia della vita eterna. (Amoris Laetitia, 166)
Fare la mamma è l’impresa più bella, affascinante e complessa che possa esistere al mondo. Cerchiamo di insegnare ai nostri figli il potere di una carezza o un sorriso. “Perché le mamme sono sempre e comunque le colonne portanti della famiglia “, come ci ricorda il Santo Padre. Cosa cerco di insegnare ai miei figli? Voglio insegnare loro ad essere la versione migliore di sé stessi ogni giorno, affinché possano sognare in grande.
Tamara Prete & Luca Panarese
Articolo pubblicato sul mensile insieme di maggio-giugno 2021.