Nel caldo pomeriggio di Sabato 6 Maggio, i gruppi della Catechesi della Missione hanno avuto modo di trascorrere un momento insieme per conoscere e approfondire il progetto “Una casa nell’Esodo”.
Dopo una breve introduzione, grazie all’aiuto di una cartina geografica i ragazzi hanno fatto chiarezza sul Guatemala e sui suoi confini, scoprendo poi nello specifico di cosa si occupano gli Scalabriniani nelle Case del Migrante di Tecùn Uman e di città del Guatemala.
Il pomeriggio è stato suddiviso dai catechisti in tre macro-momento vissuto ognuno nei propri gruppi di appartenenza.
Nella prima parte:
i bambini del primo e quarto anno di catechesi (azzurri e gialli) hanno avuto modo di riflettere e conoscere, con l‘ausilio di un cruciverba, chi è realmente un migrante e soprattutto cosa porta nella sua valigia una persona che è costretta ad abbandonare la propria casa a causa di disastri ambientali, guerre, povertà. Ognuno ha disegnato poi cosa avrebbe portato nel suo bagaglio se fosse costretto a lasciare il suo paese. Da non dimenticare assolutamente: una foto della famiglia e “coraggio”.
il gruppo dei bambini di secondo e terzo anno (viola) ha analizzato il progetto dal punto di vista dei volontari senza i quali, a volte, i migranti non avrebbero alcuna possibilità. Attraverso alcune piccoli esercizi da completare hanno conosciuto e approfondito la vita di “Madre Assunta” una suora scalabriniana che nel corso della sua vita si è occupata di Migranti e persone bisognose in Sud America.
il gruppo formato dai ragazzi di quinto, sesto, settmo e ottavo anno di catechesi (rossi e verdi) ha avuto modo di leggere una testimonianza della moglie di un migrante guatemalteco che, in cerca di un futuro migliore per sé e per la propria famiglia, ha deciso di affrontare il viaggio per giungere negli Stati Uniti; durante il viaggio però ha incontrato abusi, privazioni, violenze e anche prigione.
L’obiettivo della seconda parte dell’incontro era a definire cosa volesse dire “Casa del Migrante”, cosa dovrebbe esserci in una casa del Migrante, di cosa potrebbe aver bisogno un migrante al suo arrivo in queste strutture.
Queste le riflessioni dei ragazzi:
La casa del migrante è una casa accogliente, comoda, asciutta, calda, colorata, resistente, usabile. Accogliente per tutti, grandi e piccoli.
La casa del Migrante per noi è una casa accogliente, sicura, che dà sostegno psicologico e materiale, speranza, felicità; è un posto in cui trovare abbracci, carità, dolcezza, amore.
Per noi la casa del Migrante deve avere leo, bagno, cibo, vestiti, tv, internet, telefoni, corrente elettrica, possibilità come sport o giochi. I volontari devono essere gentili, dare informazioni, curare e medicare, far conoscere il posto.
Per noi casa del migrante è una casa intesa come “struttura di persone” oltre che “struura fisica” che accoglie i migranti e offre loro: acqua, cibo, medicinali, beni di prima necessità, accoglienza, giochi, affetto, sicurezza, rassicurazione, gentilezza.
Il pomeriggio si è concluso con la creazione di alcune cartoline a tema “Una casa nell’Esodo” che i bambini e ragazzi hanno avuto modo di distribuire durante la festa patronale di domenica di domenica 7 Maggio e il cui ricavato è stato destinato a sostenere il progetto.
I catechisti e gli organizzatori dell’incontro ringraziano tutti i gruppi della Catechesi per l’impegno dimostrato a favore di questa causa così importante.
Cristina D., Sara E. e Gianfranco B.
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